Famoso per i suoi studi sui fluidi e sul calcolo della probabilità, abbandonò matematica, fisica e scienze naturali in generali per concentrarsi su riflessioni filosofiche e religiose a partire dal 1654, dopo un incidente in cui rischiò la vita.
La frase è tratta dai "Pensieri" e continua con: "[...] lo si osserva in mille cose. Io sostengo che il cuore ama naturalmente l'Essere universale, e naturalmente se medesimo, secondo che si volge verso di lui o verso di sé; e che s'indurisce contro l'uno o contro l'altro per propria elezione. Voi avete respinto l'uno e conservato l'altro: amate forse voi stessi per ragione?".
Commento personale
Con i suoi scritti, in pena adesione giansenista, Pascal indica che, a suo avviso, l'essere umano raggiunge la Verità non solo con la ricerca logico-razionale, bensì anche attraverso l'introspezione "del cuore", il quale, però, non agisce per criteri irrazionali, bensì percorre precisi procedimenti appartenenti ad una forma di ragione che risulta "altra" rispetto alla ragione scientifica.In piena adesione giansenista, il filosofo francese influenzò fortemente, fra gli altri, anche gli scritti letterari di Alessandro Manzoni.
Pascal pone, così, le basi per provare a conciliare la scienza (fondata su quello che lui chiama "spirito di geometria") e la fede (che si fonda sul cosiddetto "spirito di finezza"), ponendo i due campi complementari e necessari l'uno all'altro. Ci sarà riuscito?
Nella tensione di indicare l'uomo come essenzialmente corrotto e tendenzialmente operante il male, forse (ma non tanto) i giansenisti si sono scordati del libero arbitrio dell'uomo di fronte alla grazia divina, puntando verso una predestinazione alla salvezza per grazia. Evidentemente, di Sant'Agostino, hanno scordato che "chi ti ha creato senza di te, non ti giustifica senza di te: ha creato chi non sapeva, non giustifica chi non vuole" (Sermones 169, 11, 13.)
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